Lavaggio delle vie lacrimali

Consente di valutare se le vie lacrimali sono pervie.

Le vie lacrimali vanno dal puntino lacrimale, che si trova nella parte nasale della palpebra inferiore e superiore fino allo sbocco nasale del canale naso lacrimale. In condizioni normali le lacrime devono defluire nel naso e poi in gola: si tratta di un sistema “idraulico”, a ciclo continuo. In caso di ostruzione le lacrime restano nell’occhio e poi fuoriescono dalle palpebre ed il paziente lamenta lacrimazione eccessiva. L’ostruzione prolungata porta alla proliferazione batterica ed a infezioni del sacco lacrimale.

 

Quando si usa?

Il condotto lacrimale è un percorso canalizzato, che porta le lacrime dall’occhio al naso. In presenza di particolari situazioni, quali la semplice età avanzata, o patologie più gravi, come le dacriocistiti (infiammazioni del sacco lacrimale), si può restringere o chiudere. Con il lavaggio si valuta lo stato del canale e si cerca di riaprirlo, in caso che risulti ristretto o chiuso. Frequentemente nei bambini appena nati le vie lacrimali risultano non pervie congenitamente. In tal caso vengono illustrate alle mamme le manovre opportune da eseguire sui bambini nel primo anno di età per evitare il ristagno di muco e pus nel sacco lacrimale. Se il problema persiste al raggiungimento dell’anno di età va eseguito un intervento sui piccoli per risolvere il problema che non deve essere lasciato cronicizzare.

Come si esegue?

 

 La tecnica attraverso la quale viene eseguito il lavaggio delle vie lacrimali, consiste nell’effettuare la dilatazione del puntino con appositi dilatatori, poi è possibile dover utilizzare una sonda per riaprire le vie lacrimali ove occluse; poi viene usata una siringa caricata con soluzione fisiologica e talora antibiotico, avente un’ apposita cannula smussa all’apice  per iniettare la soluzione, aprire il canale e disinfettarlo al suo interno. Prima di effettuarla si instilla qualche goccia di collirio anestetico. L’effetto dell’anestetico non è fastidioso, cessa dopo alcuni minuti e non determina variazioni della capacità visiva.